
copertina del catalogo
“La Nave dei Folli/The Ship of Fools”, Silvana Editoriale.
“La Nave dei Folli” di Patrizia Comand?
Curata da Vera Paladino.
Disegni che diventano una tela monumentale (9 per 2 metri di altezza).
Fonte ispiratrice?
La modernità dell’opera pubblicata a Basilea (Svizzera), nel 1494.
Sì, l’opera satirica di Sebastian Brant con corredo iconografico attribuito ad Albrecht Dürer.
Nel catalogo:
“Una Guernica del fantastico” di Philippe Daverio.
“La percezione e la rappresentazione della follia nel Medioevo” di Vera Paladino.
“Chi ben si specchia, molto presto impara … quanto sia folle saggi ritenersi: Sebastian Brant e La Nave dei Folli” di Silvia Trisciuzzi.
“Narrenschiff: l’apporto iconografico” di Luca Scalco.
E, poi: spazio all’arte di Patrizia Comand.
Disegni e opera (particolari e unicum)
A pagina 130 di 184: “Proemio”
“Una specie di vestale, candida e nuda (come dovrebbe essere la verità a cui fa riferimento) ci sprona a guardarci nello specchio su cui è seduta, per vederci quali siamo veramente. E’ strabica, con un occhio guarda in basso indicando lo specchio e con l’altro guarda noi”.
E’ in copertina.
Seguono altri particolari:
“Dei libri inutili”,
”Dei buoni consiglieri”,
“Della cupidigia”,
“Di nuove mode”,
“Dei vecchi folli”,
“Dell’educazione dei figli”,
“Degli istigatori di discordia”,
“Del non seguire i buoni consigli”,
“Della lussuria”,
“Di crapula e gozzoviglia”,
“Della vana ricchezza”,
“Del sorvegliare le mogli”,
“Folli ieri come oggi”,
“Della facilità all’ira”,
“Prender spunto dai folli”,
“Del disprezzo della gioia eterna”,
“Dell’arte medica ciarlatana”,
“Dell’autocompiacimento”,
“Dei giocatori”,
“La nave”
Per introdurci nella lettura dell’opera.
Libero confronto.
Prossime tappe e locations?
Chissà.